20 Secondi

La vita va, la vita viene, ciò che resta sono i sogni. Le passioni, le gioie illusorie riempiono il bagaglio che portiamo sulle spalle, ma il presente è ciò che abbiamo, ed è l’unico, vero, grande amico. Il prossimo non può attendere, è qui per godere, e nell’attesa può sporcarsi la bocca di crema. Le scelte sono tante quando c’è l’hip hop alla radio, anche se il volume fa capricci non importa, il dito si alzerà lo stesso e sceglierà ciò che dovrà entrare nello stomaco. Magari prenderà dell’altro, forse non tornerà mai più. Questa è una via di passaggio, c’è un bel panorama qui giù, anche se non si vede niente. Tranne forse le sirene, che non fanno altro che lampeggiare e minacciare l’attesa del pomeriggio che divide la mattina dei troppo piccoli, alla sera dei troppo grandi. Nell’attesa il viaggiatore, che è di passaggio, è inquieto: vorrebbe avere già ciò che ha visto ma non sa che deve aspettare, e il tempo è sempre piccolo di fronte alla fretta. Così divento artefice del tempo e mi approprio dei secondi degli altri, lo faccio in silenzio per non disturbare. Ma in testa no, il tempo non basta. Vorrei chiedergli cosa pensa e in che modo avrebbe invece utilizzato quest’attesa. Quando tutto è finito allungo le mani e chi ho di fronte non ha importanza: il tempo non ha faccia né parole, solo ricordo, il mio, forse, che sono anch’io derubato di secondi. Donare alla vita il proprio tempo è condividerla con chi ci sta tendendo la mano, non importa se è per prendere o ricevere, comunque andrà sarà tutto vero perché vivo, e comunque vada ne avremmo preso almeno un “murzillo”.


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