Nel bel mezzo del cammin del nostro veglione mi ritrovai in un bagno oscuro poiché la diritta via avevo smarrito. Ahi quanto è doloroso dire qual era quel selvaggio ed insuperabile cesso, che al solo ricordo la nausea si rinnova. E’ tanto amara che la morte lo è poco di più, ma per trattenere del bene che vi ho trovato, dirò delle altre cose che vi ho visto. Io non so ben raccontare come vi entrai, tanto ero pieno di liquido in quel punto in cui abbandonai la via della verità. Ma dopo che giunsi ai piedi di un bar, là dove terminava quella valle che mi aveva riempito il cuore di desiderio, guardai verso l’alto e vidi la sua sommità rivestita già dei raggi del sole che guida con la sua luce gli altri uomini per la toilette.
Allora si calmò un attimo quel bisogno che mi era restato nell’interno del cuore la notte che io trascorsi con tanto affanno. E come colui che con il bisogno impellente, uscito fuori da casa, torna indietro e trova la porta chiusa, così il mio animo, che ancora soffriva, si volse indietro a riguardare il paesaggio che non lasciò giammai vivo nessun individuo.
Dopo che ebbi riposato un poco il corpo stanco ripresi la via per il pendio deserto. Ed ecco, quasi al cominciare della salita un bisogno leggero e molto agile, non si allontanava dalla mia mente, piuttosto impediva tanto il mio cammino che io fui più volte costretto ad indietreggiare…
Dante – Canto 1 Inferno, girone degli stitici