Intervista a Augusto De Luca, fotografo e performer

Augusto De Luca, (Napoli, 1 luglio 1955) è un fotografo e performer italiano. Ha ritratto molti personaggi celebri come Renato Carosone, Rick Wakeman, Carla Fracci, Hermann Nitsch, Pupella Maggio, Giorgio Napolitano. E’ conosciuto anche come Il Cacciatore di Graffiti.
Delle sue fotografie mi ha colpito il suo interesse verso le persone ritratte: si ha sempre persone e non personaggi davanti all’obiettivo. Si ha sempre umani e se tutto funziona anche una storia che riesce a trapelare grazie alla delicatezza del fotografo, e in questo troviamo Augusto De Luca.
In questa dimensione di invito all’introspezione l’artista sembra essere divertito a giocare con i suoi soggetti, e sembra cogliere il loro lato più vero e reale. E tutto questo ti porta un po’ a ragionare con lui.

2) Quando hai iniziato a fotografare e perché?
Ho sempre avuto dentro di me il germe dell’uomo-madre. È stata sempre molto forte l’esigenza di esprimermi in qualche modo. Ho cominciato prima a suonare la chitarra in tantissimi gruppi rock, per poi passare nella metà degli anni ’80 alla fotografia. In realtà ho iniziato a fotografare per caso, quando nella camera oscura di un mio amico, ho visto che in una bacinella con l’acido di sviluppo, miracolosamente appariva sulla carta un’immagine: allora decisi che avrei ripetuto quell’esperienza e iniziò così quello che poi è diventata la mia professione.

3) Quali sono le tue macchine fotografiche preferite?
Prima dell’avvento del digitale ho sempre utilizzato per il 35mm la Contax e per il 6×6 l’Hasselblad, perché entrambe le macchine montavano ottiche Zeiss, le migliori in assoluto. Oggi utilizzo soprattutto diverse Leica con ottiche Leitz, altrettanto valide.

4) Cosa racconti nelle tue foto?
Anche nei miei ritratti oltre alla persona da ritrarre ci sono sempre anche io. Quando vado a fotografare cerco un oggetto e un’inquadratura, da poter abbinare al soggetto; è li che c’è anche qualcosa di mio, la mia firma…la mia anima. Nel fotografare vengono fuori le parti di me più nascoste: è come andare dallo psicologo. Ho scoperto attraverso le mie foto che convivono in me sentimenti contrastanti ed estremi, che danno vita alle mie ispirazioni. Il bambino che eternamente è in me, coabita con quella parte più adulta, stimolandola e provocandola. È questa la scintilla che inevitabilmente produce creatività.

5) Qual è stata secondo te la migliore esperienza da fotografo? E perché?
Ogni esperienza mi ha arricchito e segnato profondamente ed è difficile prediligere una rispetto ad un’altra. Però se proprio devo scegliere, uno dei lavori che maggiormente mi ha gratificato è quello per la Telecom. Ho infatti realizzato le immagini per 3 schede telefoniche su Napoli e altre 4 per le capitali europee: Parigi, Dublino, Bruxelles e Berlino, per una tiratura complessiva di 19 milioni di schede; ognuna recava scritto sulla facciata il mio nome come autore. Bellissima soddisfazione !

6) Commenta le tue foto:

Hermann Nitsch

Hermann Nitsch mi assecondò in tutto e si mostrò molto incuriosito dal mio modo di fotografare. Solitamente sono molto veloce e dopo qualche click capisco di avere la foto giusta ma con lui approfittando della sua grande disponibilità e del tempo che mi dedicava, realizzai molte immagini con inquadrature diverse. Amo molto questa foto rettangolare  perché mi ricorda il padre degli dei nell’Olimpo, per la barba e quelle nuvole gonfie e barocche alle sue spalle.

maria tipo
Maria Tipo

La grande pianista Maria Tipo, era in un albergo di Sorrento e mentre la giornalista procedeva con l’intervista, io guardandomi intorno mi accorsi del bellissimo riflesso nella piscina e subito ne approfittai.

Mariolina-Mirra
Mariolina Mirra

Mariolina Mirra, purtroppo scomparsa tempo fa, era la proprietaria del teatro Diana. Il mio intento era quello di correlare la sua immagine con la gestualità del recitare. E così la fotografai con in primo piano le mani del mio assistente.

Maurizio-De-Giovanni
Maurizio De Giovanni

Andai a casa di Maurizio De Giovanni portando con me uno sfondo pieghevole che posi alle sue spalle, poi chiesi allo scrittore che era seduto ad un tavolo di cambiare continuamente posizione. Tra le varie pose scelsi questa perché evidenziava particolarmente la sua espressione.

Lina Sastri

In questo ritratto a Lina Sastri, Osvaldo il mio assistente montò lo stativo con una luce sola senza diffusore per ottenere un’ombra netta ed io trovai la parete che facesse da sfondo. La mia idea infatti era quella di creare un’ombra che quasi diventasse la protagonista dell’immagine, come per rappresentare l’altra “faccia”, quella teatrale di Lina, una delle tante che lei magistralmente indossa sul palcoscenico.

Lina Wertmuller
Lina Wertmuller

In una delle tante mie visite a casa di Lina Wertmuller, le chiesi se potevo farle un ritratto. Mi feci dare uno dei tantissimi e famosissimi suoi paia di occhiali bianchi, andammo sul terrazzo per avere uno sfondo omogeneo e io cominciai a scattare. Lei sorrideva mentre la inquadravo perché non capiva bene cosa facessi con quegli occhiali che mantenevo con la mia mano sinistra avanti all’obiettivo. Quando dopo qualche giorno le portai la foto mi disse: “ma la foto é agli occhiali o a me? Ah, si, certo…siamo una cosa sola“ e sorrise compiaciuta.

Luigi-Mazzella
Luigi Mazzella

Passai molto tempo ad ascoltare Luigi Mazzella e senza indugio decisi di ritrarlo proprio immerso nei suoi lavori, diventando così egli stesso scultura nelle sculture, anima viva delle sue materie fredde e lavorate. Volevo fondere insieme il creatore e la creatura e dopo pochi tentativi, capii di avere la foto che desideravo.

I Walhalla
I Walhalla

I Walhalla erano un gruppo rock degli anni ’80. Feci venire nel mio studio un amico molto robusto che collocai in contrapposizione ai loro esili corpi, in modo da creare un contrasto. Chiaramente per non creare un ulteriore ritratto che avrebbe oscurato i volti della Band, lo fotografai di spalle.

James Senese

Di solito mi piace dare ad ogni personaggio un alone surreale. In quasi ogni ritratto c’è un elemento che é presente nel luogo dove incontro la persona da ritrarre che é legato a quel personaggio ma anche che mi colpisce e fa da trait d’union con la mia interiorità. Stavolta volevo raccontare maggiormente la profondità dello sguardo tralasciando la bellezza formale di tutta l’immagine. Volevo approfondire e fare un’analisi introspettiva del personaggio cercando di evocare alcuni tratti del carattere e della personalità. Desideravo insomma evidenziare il contenuto più che la forma. James Senese, fu incuriosito dal fatto che io lo fatografassi a distanza così ravvicinata, ma mi lasciò fare divertito.

Peppe Barra

Questa foto la realizzai sul terrazzo dove il profilo di Peppe si contrapponeva a un’antica testa di un santo o forse di una bambola che poi al computer ho scurito per evidenziare maggiormente anche le ombre proiettate sul muro. Un modo per rimarcare le tante possibilità interpretative e i mille personaggi del teatro di Peppe Barra.

Cardinale Sepe

Al Cardinale Sepe, feci due scatti e poiché nel primo click il porporato aveva un’espressione funerea e afflitta, forse per la stanchezza dovuta alla lunga messa appena celebrata, io per scuoterlo, provocandolo gli dissi: “Sua Eminenza, ma i cristiani non devono sempre comunicare gioia ? Lei con questa espressione fa una brutta pubblicità. Mi regali un bel sorriso”. Il Cardinale annuì e sorridendo bonariamente si mise in posa; il secondo scatto, quindi, fu soddisfacente e con esso si realizzò il mio desiderio.

Salvatore Pica

Dopo qualche scatto di prova ho notato nel salone della casa di Salvatore Pica, una scultura in plexiglass trasparente con la forma di un’ellisse che, immediatamente, mi ha ricordato proprio il nome del suo celebre spazio a piazza Vittoria. La luce laterale creava un’ombra netta, dividendo il suo viso in due parti, e insieme al grande cappello quell’inquadratura diventava anche una straordinaria citazione alla famosa fotografia di Irving Penn realizzata a Picasso.

Nino Longobardi

Ho fotografato Nino Longobardi nel suo studio vicino Piazza Dante, dove sono raggruppati ovunque  teschi di gesso di varie grandezze, per la realizzazione delle sue straordinarie opere scultoree e pittoriche. Tra i vari scatti realizzati, questa foto mi é sempre piaciuta molto perché esprime quella  simbiosi, quello stretto rapporto, quello scambio e perché no, quell’amore che c’é tra l’artista e la sua opera…ma anche un confronto e forse una sfida…

Attilio Suraci

Attilio Suraci è un bravissimo e poliedrico artista che ha sempre amato Salvador Dali. Nel suo studio aveva un grande ritratto del noto surrealista. Io allora misi in relazione i due volti, e li intrecciai facendo combaciare l’occhio destro di Attilio con quello sinistro di Dali.

Enzo Avitabile

A casa di Enzo Avitabile, ho notato su di un divano un telo con una trama zebrata che mi ricordava l’Africa; subito decisi che quello sarebbe stato lo sfondo di uno dei ritratti che avrei realizzato. Ora avevo solo bisogno di un elemento che lo rappresentasse in maniera inequivocabile e allora chiesi a Enzo di posare con un singolare strumento inventato proprio da lui chiamato “saxella”, un ibrido tra un sassofono e una ciaramella che produce un misterioso suono di timbrica orientale.

Lucia Trisorio
Lucia Trisorio

Nella Galleria di Lucia Trisorio, pensai di realizzare un ritratto evidenziando proprio la sua riservatezza e il suo desiderio di anteporre sempre e comunque l’artista a tutto e a tutti. Allora proiettai la luce sul mio assistente che, con una cartella sotto il braccio, avrebbe dovuto rappresentare uno dei tanti artisti che si avvicendavano nella galleria, creando un’ombra gigante rispetto alla figura di Lucia, che, in un angolo, quasi nel nascondimento, ma comunque presente e vigile, lo guidava e promuoveva.

Carla Fracci

Leggendo la biografia di Carla Fracci, capii dalla data di nascita che il suo segno zodiacale era il leone, un segno che le calzava a pennello; infatti io l’avevo sempre considerata una donna molto forte, una vera guerriera, caratterialmente e professionalmente.
Mi ricordai allora che a casa della mia amica Valeria Carità, in un antico palazzo a Monte di Dio, avevo visto un grande leone di pietra. Immediatamente organizzai tutto e il giorno dopo io e la Fracci ci recammo in quella lussuosa abitazione.
Lei era bellissima, delicata ed eterea  come una porcellana cinese e indossò lo stupendo vestito merlettato che si vede nella foto.

Due napoletane

Nel 1990 il direttore della famosissima rivista ATLANTE della De Agostini, avendo visto il mio libro NAPOLI DONNA con ritratti di donne napoletane e dovendo pubblicare un servizio su Napoli, mi chiese di realizzare la copertina di quel numero. Allora chiamai due mie amiche e costrui il set sugli scogli di Mergellina e sullo sfondo il Vesuvio. La foto di copertina originale per la rivista comunque era a colori ed ebbe un grande successo.

Pupella Maggio

A casa di Pupella Maggio, guardandomi intorno mi colpi su di una mensola un ritratto di Eduardo con una dedica: “ a Pupella con amore, quello selvaggio del teatro “. Immediatamente capii che avrei fatto la mia foto proprio insieme a quel ritratto. Le chiesi di prendere una maschera di Pulcinella che avevo notato in un’altra stanza, misi la luce in modo tale che sul viso di Pupella ci fosse una luce uguale a quella che c’era nella foto di Eduardo e scattai. Sembrava quasi che Eduardo stesse li con noi in quel momento, illuminato dalla stessa luce…dal mio Bank.

7) Cosa può e cosa non può fare la fotografia?
La fotografia può darti emozioni sia nel realizzarla che nel guardarla, però non può e non deve essere un’opera unica perché questo contraddice con la sua peculiarità più rilevante: l’infinita riproducibilità.

8) In cosa è cambiata la fotografia di oggi rispetto a al passato ?
Sinceramente a livello creativo, penso che già sia stato fatto moltissimo negli anni della ricerca ’70 – ’80. Oggi anche se forse la qualità tecnica è cresciuta, personalmente vedo in giro molte copie con pretese di unicità e novità. Sono pochi i fotografi delle nuove generazioni che effettivamente producono lavori creativi con immagini inedite. Sinceramente spero in futuro con ricerche un po più originali.

9) Napoli: come la racconteresti a un non napoletano?
Già alla fine degli anni ’80 pubblicai nel libro “Napoli mia”, una Napoli riscattata, nobile, al di fuori del tempo e delle mode, con immagini allungate in panoramiche metafisiche color seppia. Questa visione della città ebbe un successo che credo rappresenti ancora una novità, anche per un non napoletano.

10) Che cos’è la felicità?
Per me la felicità si identifica con una serenità d’animo che sinceramente credo di aver già conquistato. Ringrazio Dio per tutto quello che ho ricevuto perché è già tanto. Quindi la FELICITÀ penso sia sostanzialmente non desiderare sempre, ma godere a pieno quello che si ha.


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