Negli ultimi anni nella società occidentale del benessere è emerso un nuovo tipo di umano: l’uomo light. Stiamo assistendo al tramonto di una civiltà che viene a corrispondere con il tramonto dei regimi totalitari nei paesi dell’Est dell’Europa. Da qualche parte ne sopravvivono alcuni ancora allineati su quella linea politica e ideologica mentre altrove si vanno profilando, sotto altra forma e con diversi aspetti, nuovi tipi di schiavitù per l’umanità.
Negli ultimi anni, così come sono diventati di moda certi prodotti light: il tabacco, alcune bibite o determinati alimenti, si è andato delineando un particolare tipo d’uomo che può egualmente essere definito light. . Si tratta di un essere edonista e materialista, la cui meta nella vita è raggiungere il successo; un essere al quale interessano solo il denaro e i consumi. Un uomo, in definitiva, infelice e insicuro, vulnerabile e indifferente per saturazione, il quale ha fatto della permissività il suo nuovo codice etico, che spazia dalla tolleranza illimitata alla rivoluzione senza finalità. Come delineare il suo profilo psicologico? Si tratta di un soggetto relativamente bene informato, ma di scarsa cultura e sensibilità sotto l’aspetto umano, orientato al pragmatismo da un lato e dall’altro al conformismo dei luoghi comuni. Tutto gli interessa, però solo in superficie. Non essendo in grado di compiere un’operazione di sintesi nei confronti della mole enorme di notizie, dati e fatti da cui è continuamente sommerso, si è andato trasformando in un soggetto frivolo, leggero, disponibile a tutto, ma privo di solidi criteri di condotta. Tutto in lui è etereo, vacuo, effimero, banale, permissibile…”
Da “l’uomo light” di Enrique Rojas.