Fumo-poco, sporadicamente. In alcuni periodi dell’anno arrivo a qualche sigaretta a settimana, poi per mesi niente. Non so se posso definirmi dipendente ma
con me l’ industria del tabacco andrebbe in fallimento. Sono un finto fumatore, un fumatore poco convinto: dipendere ogni giorno da un qualcosa che in effetti è nocivo per la mia salute e la mia tasca mi fa sentire stupido. Non perché io sia un salutista o uno di quelli che crede di non avere cattive abitudini. Anzi, non sto qua a fare il finto moralista dei miei stivali, come a volervi fare la predica bla bla bla e poi faccio tante cose che sarebbe meglio non fare. Calma però (perchè i fumatori sono sempre arrabbiati?). Ho ovviamente anche io le mie insane abitudini, e non voglio cambiarle, purché restino sporadiche.
Ma facciamo finta che io lo sia, un fumatore incallito. Chissà se riuscissi a smettere se fossi uno di quelli che al mattino si accendono la sigaretta appena svegli, o uno di quelli che va all’Ikea solo perchè c’è la sala fumatori…
Allora divento Paolo, 30 anni di Napoli centro, fumatore incallito da 14 anni. Fumo 30 sigarette al giorno e voglio smettere ma non ci riesco, vivo in casa di fumatori e non ho il loro supporto morale. Ma io voglio smettere e so bene che da solo non posso farcela, ho bisogno di essere aiutato e istruito.
Facciamo finta che un pomeriggio qualsiasi, dopo aver fumato l’ennesima sigaretta post pranzo, chiami quel numero verde che leggo ogni giorno sui miei pacchetti, quelli che mi hanno incuriosito per le loro immagini così dirette e banali, fastidiose ma quasi divertenti. Se penso a quel tipo che è stato messo sui pacchetti a sua insaputa…
Mi risponde Marco…
Telefono verde contro il fumo dell’Istituto superiore di sanità, la chiamata è anonima e gratuita. Un operatore le risponderà appena possibile. Le informiamo che sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità è possibile consultare l’elenco completo dei centri antifumo per smettere di fumare, grazie.
Ci scusiamo per l’attesa, gli operatori sono momentaneamente occupati. La invitiamo a rimanere in linea per non perdere la priorità acquisita…
Numero verde buongiorno
Salve buongiorno non so se ho fatto il numero giusto, semplicemente l’ho trovato sul pacchetto di sigarette…
Sì per smettere di fumare
Sì. Diciamo che chiamo più per curiosità
Per sapere come funziona
Perché essendo un fumatore mi domandavo in che modo questo servizio mi possa aiutare
Allora, ovviamente dipende da fumatore a fumatore. Mi servirebbe fare un paio di domande per capire che tipo di fumatore lei è. Quanti anni ha?
Io 30
Da quanti anni fuma?
Fumo da quando ne avevo 16
Ok 14 anni circa che fuma. Ha già provato a smettere di fumare qualche volta? Ci ha mai provato?
Sì tante volte
E qual è stato il tempo massimo che è riuscito a stare senza fumare?
Un mese-un mese e mezzo
Ha sempre smesso da solo in maniera autonoma? E come? Buttando via le sigarette oppure ha scalato? Ha utilizzato la sigaretta elettronica? Ha letto qualche libro?
No semplicemente ho comprato i pacchetti più piccoli per cercare di fumare di meno
E ad oggi quante ne fuma?
Un pacchetto e mezzo oltre a sigari e pipa
Lei da dove sta chiamando?
Napoli centro… Come si smette di fumare?
Allora la prima cosa che diciamo a chi vuole smettere di fumare è che non esiste metodo al mondo che dà la garanzia di smettere. Il prerequisito fondamentale invece è che se ne abbia voglia ma come per la maggioranza di chi fuma smettere da soli è difficilissimo e vi è una percentuale minima di persone che ci sono riuscite da sole.
Quali metodi ci sono?
Ci sono una serie di metodi che rendono il percorso più semplice. Si smette di fumare per tentativi, ovvero: lei potrà non fumare per un mese e poi ricominciare, potrà non fumare per tre mesi e poi ricominciare e alla fine smette. Un primo orientamento che noi diamo è quello dei centri antifumo. Noi siamo una rete a livello nazionale con una serie di strutture pubbliche che fanno parte del Servizio sanitario nazionale che in modo gratuito o con al massimo il pagamento del ticket sanitario, dipende da centro a centro, aiuta le persone a smettere di fumare.
Chi aiuta?
In questi centri ci sono medici, molto spesso cardiologi o pneumologi, educatori, psicologi, nutrizionisti ecc… Fanno sì che venga attivato un approccio di tipo integrato, ossia da una parte quello medico e dall’altro ad esempio quello psicologico o la consulenza di un nutrizionista, perché molto spesso quando si smette di fumare, il cibo si identifica come un’alternativa. Viene messo in piedi un metodo che va a toccare diversi aspetti e viene fatta una valutazione che comprende le motivazioni che l’hanno portata a smettere di fumare ogni sigaretta della giornata, dico “ogni sigaretta” perchè la sigaretta dà più dipendenze, non ne dà una sola. Perchè non c’è solo la dipendenza fisiologica, ovverosia la cosiddetta dipendenza da nicotina ma c’è anche una dipendenza psicologica e c’è anche una dipendenza comportamentale legata a tutte quelle sigarette che si fumano per abitudine, ovvero quelle dopo il caffè o quelle dopo pranzo, che non c’entrano nulla né con lo stress né con il nervosismo né con il fisico che ne ha bisogno.
Quindi viene fatta una valutazione da parte dello specialista per capire quante di queste sigarette sono legate alla dipendenza psicologica e quante sono legate alle abitudini, per capire quali sono le sigarette più importanti e quali quelle meno importanti, perché sicuramente ad alcune ci rinuncio più difficilmente rispetto ad altre.
Si mette in piedi un metodo progressivo per andare a eliminare le più facili e mantenere fino alla fine le più importanti.
In che modo operano i centri antifumo?
A seconda del centro ci sono terapie differenti da valutare, si attiva un percorso con una serie di incontri individuali e di gruppo per far sì che lo specialista possa monitorare come stanno andando le cose e supportarla nel suo percorso.
Questi incontri la consentiranno soprattutto di lavorare sulle probabili ricadute, poiché spesso chi prova a smettere di fumare da solo è convinto che la ricaduta non sia un qualcosa che possa accadere ma crede di smettere di fumare per sempre e magari riesce a stare un mese senza fumare e poi un giorno gli offrono un caffè e fuma una sigaretta. E in quel momento per il fumatore quella sigaretta diventa un momento in cui si demotiva, un momento in cui trova un alibi. E questa giornata, che prima o poi arriva, diventerebbe un momento in cui interrompe il tentativo di smettere e ricomincia a fumare.
Grazie al centro antifumo invece si prevede sin dall’inizio che questo possa accadere e che dovrà essere soltanto un incidente di percorso su cui riflettere e imparare che tipo di strategie si possono attivare e capire come si potrebbe fare la prossima volta per non riprendere.
Si impara a smettere di fumare per tentativi, quindi normalmente indirizziamo su queste strutture.
Quali sono le terapie alternative a quelle farmacologiche?
Ad esempio l’agopuntura e l’elettrostimolazione servono in alternativa al farmaco a stimolare il sistema nervoso e a far sì che l’organismo continui ad avere lo stesso livello di endorfine, perché è ciò che fa la nicotina.
Cioè quando la nicotina viene assorbita dall’organismo in meno 10 secondi, quando io la respiro dalla sigaretta, si va a legare ai neuroni e fa produrre all’organismo endorfine, che sono delle sostanze che ci fanno stare bene e ci fanno sentire euforici, che danno anche una certa assuefazione, infatti chi fuma all’inizio un tot di sigarette va poi ad aumentare perché la dose di endorfine deve aumentare per mantenere lo stesso livello di benessere e quando non fumo mi sento un po’ giù, sento un malessere, sento che mi manca qualcosa perché mi mancano queste endorfine.
Secondo lei qual è il metodo che ha maggiore impatto?
Non c’è un metodo migliore per smettere di fumare, non esiste un metodo che funzioni al 100% o che funzioni su tutte le persone allo stesso modo.
Ci sono coppie che fanno insieme elettrostimolazione all’orecchio e poi uno smette e l’altro no, perché non è il metodo che la fa smettere di fumare, chi smette di fumare è perché alla base aveva una volontà maggiore ed è riuscito con l’approccio a lui più consono, a smettere.
Le faccio un esempio: sono una persona che odia l’omeopatia e credo che l’omeopatia sia una cretinata – non vado in un centro dove fanno omeopatia, sarebbe tempo perso.
Mi serve aiuto ma le persone intorno a me non mi supportano. Quanto è importante l’appoggio di chi ci sta intorno?
Il supporto della sua famiglia è molto importante. Deve fargli capire che lei vuole smettere e che ha bisogno di aiuto. Deve capire che essendo molto giovane sicuramente verso I 50 anni il fumo le presenterà il conto, non per forza con malattie mortali e letali che rappresentano un rischio ma non una certezza, ma con disturbi che andranno a rovinarle la qualità della vita come ad esempio la piorrea, problemi alla vista, problemi alla pelle e ai capelli. I fumatori hanno una temperatura degli arti inferiori dei piedi e delle mani più bassa rispetto ai non fumatori e negli anni si posso avere problemi di circolazione, problemi all’intestino, gastrite, diverticoli…
Aver visto alcune immagini sui pacchetti di sigarette mi ha fatto riflettere ma noto che molte persone non ne vengono impressionate
Il fumatore se ne frega della propria salute. Molto spesso ci chiamano fumatori da un letto d’ospedale col bypass appena impiantato e con chemio appena iniziate, che hanno la sigaretta in bocca. Invece abbiamo visto che donne incinte smettono di fumare durante la gravidanza. Quando si tratta della salute di chi vogliamo bene la motivazione è più forte. Una volta una persona ci ha chiamato perché al suo cane gli avevano diagnosticato problemi respiratori e lei voleva smettere a tutti I costi.
Fumo passivo: quanto un fumatore può influire sulla salute degli altri?
A parte il fumo passivo un’altra cosa che in pochi conoscono è il fumo di seconda mano. Ovvero quando una persona entra in un ambiente in cui qualcuno ha fumato anche il giorno prima o si avvicina a un fumatore che ha il vestito che puzza di fumo, sta respirando sostanze tossiche. La ricerca ormai ha approvato che anche questo aumenta le percentuali di contrarre diverse malattie. Non è ovviamente la stessa cosa del fumo diretto o passivo ma comunque sto respirando sostanze tossiche.
E i figli dei fumatori?
Un figlio di fumatori ha il 40% delle probabilità in più di diventare un fumatore lui stesso e quindi di diminuire l’aspettativa di vita. Infatti i figli dei fumatori hanno un’aspettativa di vita più bassa rispetto ai figli dei non fumatori. Per loro l’odore della sigaretta diventa un qualcosa di familiare soprattutto perchè hanno l’esempio dei genitori e quindi poi a 13-14 anni è più facile cominciare.
Ci chiamano alcune mamme fumatrici disperate, dicendo che hanno scoperto i propri figli adolescenti fumare, chiedendoci come possono fare per farlo smettere.
Come faccio io genitore a volere che mio figlio non fumi essendo io stesso un fumatore? Da una parte gli do un messaggio e poi mi comporto in maniera totalmente opposta.
Quindi qual è il segreto per smettere di fumare?
Bisogna trovare più motivazioni possibili, è ciò che fa la differenza.
Grazie per il tempo che mi ha dedicato, è stato molto esaustivo
In bocca al lupo per tutto e quando vuole può chiamarci al 800554088