Vita low cost? Viaggia low cost! pt.2 – l’energia del viaggiatore

Una notte, nel deserto, mi hanno detto: / “L’amore ė energia. / E non c’ė energia senza connessione.” / E, in termini di logica, non c’ė amore senza connessione. / Così, ho raggirato la verità delle radici, in un imperativo imperandum: / – Connettetevi –
Marina jp, Huacachina, Perù 2015

Questo è solo un frammento di un lungo cammino di una cara amica durante un viaggio in Sud America. Questo piccolissimo aneddoto racconta di una notte nel deserto di Atacama, durante un rituale di gruppo. Marina ha viaggiato in aereo, in pullman, autostop, ma ha camminato anche molto e mi si imprime nella mente come colei che viaggia consumando la suola delle scarpe…

Big Sur from Mari Na on Vimeo.

L’esperienza del viaggio di una persona o di gruppo simboleggia un momento di forte contatto con l’esterno: il mondo. L’esternalizzazione del sé conferisce all’uomo maggiore controllo dell’ambiente; essere individui del mondo significa immergersi totalmente nella realtà e cogliere tutti quegli imponderabili della vita che ci dicono molto sulle infinite diversità culturali, etniche e linguistiche. Nel viaggio dobbiamo creare una risonanza ovvero una sintonia con noi stessi e con ciò che stiamo conoscendo, insomma un modo per uscire dalla nostra “comfort zone” e guardare oltre dal nostro recinto.
Ma il quadro attuale ci disorienta dalla visione simbolica del viaggiatore con lo zaino in spalla e mappa tra le mani alla conquista del mondo. Oggi si viaggia per tante ragioni, con diversi mezzi e modalità.
Negli anni abbiamo interiorizzato una filosofia di vita che segue logiche di business low-cost, processo avviato dai sistemi di trasporto aereo a partire dagli anni settanta e ottanta. La rivoluzione nel mondo dei trasporti e della comunicazione ha modificato il modo di viaggiare delle persone, rendendo il prodotto accessibile a larghe fasce di utenti. Sicuramente il ruolo del consumatore è stato determinante nelle scelte economiche. Secondo studi sul comportamento di consumo, l’individuo post-moderno non definisce una massa incredula che risponde a tutto quello che il mercato gli propina, bensì le sue azioni sono motivate da scelte autonome che si arricchiscono nel tempo a mano a mano che acquisiamo esperienza.

Certo l’immagine del viaggiatore-esploratore è ancora condivisa e ben vista. Pensiamo a quante storie ci vengono raccontate da amici e conoscenti, o che leggiamo online, persone che utilizzano ancora sistemi di viaggio basati sulla condivisione ad esempio: l’autostop.
Queste dinamiche complesse preesistono nella società odierna ma vengono formalizzate attraverso nuovi sistemi economici.
La “Sharing Economy” ad esempio, è un modello di business nato negli ultimi due anni che sta forgiando non solo il futuro delle imprese ma soprattutto la percezione pubblica dei beni comuni. Le piattaforme di sharing, Blabla Car, Airbnb, riescono a connettere una massiccia rete di collaboratori mettendo a disposizione degli altri risorse e capacità sulla base di una fiducia, favorendo un’equa redistribuzione della ricchezza. In questa prospettiva troviamo nuovi scenari di socializzazione e condivisione dei beni di scambio. Questa rete di rapporti contribuisce a destrutturare il potere cristallizzato della produzione, generando così nuove forme di potere dal basso che vogliono superare le barriere culturali e consolidare nuovi equilibri tra classi.
Un nuovo modo di fare economia ma che si riconnette ad un tipo di società passata dove forme di economia semplice basata sulla redistribuzione e reciprocità garantivano a tutti benessere sociale.
Le nuove generazioni di consumatori seguono l’etica della rete, le potenzialità del mezzo sono avvalorate da un forte senso comune di lasciare aperti i recinti. In questo flusso di relazioni aperte si innescano meccanismi di socializzazione che implicano la costruzione il nostro senso sociale e individuale.
Dunque, siamo ormai in grado di navigare abilmente tra motori di ricerca e siti online, che ci orientano sulle pratiche di acquisto che adottano un modello reticolare, aperto a tutti.

C’è qualcosa di molto più potente del medium tecnologico, che è solo un modo per semplificare e organizzare le nostre azioni. La vara potenza del medium sta nella nostra mente. Dico questo, perché ho sentito e letto tante storie, modalità con cui scegliamo di viaggiare.
In tempi di crisi, il modello low cost, si prefigge il criterio più conveniente in termini economici. Bisogna però convincersi di una cosa, che il viaggio non dev’essere concepito solo come un’azione economica ma va presa in considerazione la anche dimensione simbolica ed emozionale. Dico questo perché in una società sommersa da piaceri materiali, servizi e prodotti light, in alcuni casi arriviamo a concepire il viaggio solo come pratica economica esaurita nell’istante in cui completiamo l’acquisto. L’immagine metaforica del viaggiatore-esploratore deve essere instillata nella nostra mente, la vera conoscenza delle cose passa davanti ai nostri occhi.

Il risparmio di soldi ed energie non deve indebolire le nostre capacità espressive e immaginative, anzi dobbiamo lasciarci guidare dall’imprevedibilità dell’incertezza e concepire la crisi come una sfida di emancipazione emotiva. La vera sfida dell’uomo moderno passa per la velocità, e in questa percezione in cui tutto scorre velocemente bisogna trovare dei punti fermi, un punto di contatto con la vera espressione delle cose.
E quando finalmente saremo arrivati non sapremo mai fino in fondo cosa ci aspetta, solo se ci lasceremo guidare dalle nostre capacità empatiche ed intuitive riusciremo davvero a raccontarci.


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